Società
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Servizio Militare o
Civile?
Marcello Bosisio
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red.: Liceo
Linguistico "Piazzi"
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Si potrebbe dire che il
tema di questa inchiesta sia banale, ma come ha
detto qualcuno La cosa più banale è
cercare di non esserlo.
Il tema del servizio di leva riveste una certa
importanza per il mondo giovanile, anzitutto per
questioni molto pratiche, il tempo perso e la
necessità di sospendere l'attività lavorativa,
e in secondo piano per ragioni
ideologiche di rifiuto o non
condivisione all'istituto dell'esercito e al suo
ruolo.
Raccogliendo i pareri sull'argomento tra la varie
scuole di Sondrio ci siamo accorti che queste due
diverse motivazioni, una pratica e l'altra
di principio, sono spesso coesistite
nei pareri contrari al servizio di leva
obbligatorio mentre erano parimenti criticate da
chi si è schierato a favore. Evidentemente la
questione abbraccia non solo la vita materiale
dei ragazzi, ma anche le loro convinzioni
filosofiche sull'utilizzo della violenza come
mezzo di risoluzione dei problemi. Infatti,
considerazioni di questo tipo sono state
spontaneamente espresse dai ragazzi, peraltro
senza che fossero esplicitamente richieste dai
nostri quattro quesiti, di carattere generale,
che si limitavano all'adesione o rifiuto a:
servizio di leva attuale, partecipazione delle
donne, esercito professionale di volontari,
attuale servizio civile.
Pochi i ragazzi pronunciatisi a favore del
servizio di leva cosi' com'è, ritenuto inutile
per la scarsa preparazione che fornisce, troppo
costoso per lo Stato, troppo impegnativo per i
ragazzi che devono rinunciare al lavoro e
allontanarsi dalla propria città.
Alcuni ragazzi, per la verità non pochi, si sono
dichiarati contrari al servizio di leva attuale
con motivazioni come: Io voglio fare il
soldato seriamente, ma con questo sistema c'è
troppa gente nelle caserme a fare i cretini.
L'attuale servizio appare quindi inadeguato
anche agli occhi di chi lo vorrebbe fare, ma in
modo più serio e con equipaggiamenti e strutture
più moderni.
Sul tema della partecipazione femminile mi sono
piacevolmente sorpreso della buona percentuale di
pareri a favore, espressi citando più volte la
decantata parità tra i sessi, pur ammettendo, in
alcuni casi, che le donne non dovrebbero svolgere
i compiti più rischiosi e gravosi. A compiere
questa distinzione di mansioni sono stati gli
stessi che si erano detti a favore del servizio
di leva o dell'esercito professionale, a
dimostrazione che le donne sarebbero ben viste
anche dai più intransigenti sulla qualità della
preparazione militare. Ed è forse questa
relazione fra le risposte fornite il dato più
interessante che emerge dall'inchiesta.
Analizzando le schede ci si accorge di come chi
si è dichiarato favorevole al primo quesito (l'opportunità
del servizio di leva) si sia espresso in tal
modo anche sul secondo (partecipazione
femminile) e sul terzo, ovvero la necessità
di un esercito professionale.
La lettura che se ne può dare è che questi
ragazzi sono sì favorevoli all'istituto
dell'esercito in sé, ma lo vorrebbero
professionale e aperto alle donne. Viceversa chi
è contrario al primo quesito, in molti casi non
da importanza al secondo (un ragazzo indeciso per
esempio ha scritto: Non capisco perché
vogliano tanto complicarsi la vita!) e
invece accetta in toto il terzo con la
motivazione di voler affidare la difesa a chi ne
è veramente portato e preparato.
Sul servizio civile, quarto e ultimo punto della
nostra inchiesta, non ho potuto riscontrare veri
e propri orientamenti generalizzati da collegare
anche alle risposte precedenti.
Quasi tutti hanno risposto indipendentemente alle
precedenti domande, i contrari considerando
soprattutto la perdita di tempo che esso
comporta, mentre i favorevoli adducendone
l'importanza sociale per le categorie deboli,
come anziani e handicappati, che da esso ricevono
un considerevole aiuto.
Per concludere, mi sembra che dalla nostra
inchiesta emerga comunque un orientamento quasi
unanime, anche se dettato da motivazioni
eterogenee: il servizio di leva attuale è
inadeguato per un paese moderno.
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