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Società

Intervista a G. De Felice funzionario della Casa Circondariale

La detenzione come strumento di recupero

Cristina Ciapponi - Fabio Innocenti - Monica Ursini

red.: I.T.C. "De Simoni"


Da quanti anni svolge il suo servizio presso le carceri di Sondrio?

Lavoro qui da 18 anni.

Quali sono i principali aspetti del suo impiego?

Avere la gestione di questo istituto è impegnativo. Non è un lavoro ripetitivo, in quanto c'è sempre da aggiornarsi. Ciò consente di migliorarsi, di avere conoscenze in altri campi e di svolgere il proprio lavoro in maniera autonoma. Il tutto comporta notevoli soddisfazioni personali.

Quali attività sono organizzate per i detenuti?

In questa casa circondariale ci sono regole ben delineate: ai carcerati sono concesse delle ore d'aria e dei corsi di formazione, quali la lavorazione del cuoio, la possibilità di frequentare una biblioteca, una palestra e dei corsi di cucina. Tutte queste attività sono svolte sotto l'osservanza di operatori interni e di volontari. A Natale è stata anche organizzata una "tombolata" che ha coinvolto tutti i detenuti.

I detenuti di questa casa circondariale hanno commesso reati di grave entità?

No, non sono presenti carcerati che devono scontare pesanti pene.
La condanna media non supera i tre anni e i detenuti sono per la maggioranza extracomunitari e tossicodipendenti di età compresa tra i 30 e i 35 anni.
Nel nostro istituto, infatti, non ci sono strutture idonee come le mure di cinta, sulle quali la guardia effettua il camminamento.

Come si svolge la giornata dei detenuti?

Durante la giornata avvengono dei controlli ogni cambio di guardia che si effettuano alle otto del mattino e nel pomeriggio, inoltre c'è una perquisizione generale. A mezzogiorno i detenuti pranzano, nel pomeriggio svolgono le attività organizzate, alle diciotto cenano dopo di che rientrano nelle loro celle.

I detenuti hanno la possibilità di avere dei contatti esterni?

Si, c'è la possibilità di avere due volte la settimana un colloquio con i propri familiari. Sono concesse telefonate ordinarie, mentre per quelle straordinarie i permessi dipendono dalla detenzione. Oltre a questo, i detenuti possono avere dei contatti con dei volontari esterni e con il cappellano al quale possono rivolgersi in caso di bisogno.

E' difficile il loro reinserimento in società?

Sul territorio esistono alcune cooperative, ma è difficile inserirsi, mancano le opportunità della grande città. E poi bisogna fare i conti con la diffidenza della gente che ha forse pregiudizi verso chi ha avuto problemi con la giustizia.

Ultima modifica: 28 marzo 1999