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Fede e ragione all'unisono

"Penne Alai" alla riscossa

Lucertolina per un giorno

Sara Ligari

red.: Scuola Elem. "Cesare Battisti"


Avevo catturato una piccolissima lucertola e l'avevo messa in un contenitore di vetro. La bestiola aveva due occhioni scuri e le zampette fini; la punta della codina era quasi nera. Il cuoricino le batteva forte forte. Era davvero carina, ma adesso dovevo liberarla. Mi avvicinai per osservarla meglio. I suoi occhi continuavano a fissarmi magnetici.
Improvvisamente vidi una fortissima luce e mi trovai dentro la scatola! E per di più ero diventata la lucertolina! Era tutto enorme attorno a me. La scatola era come una stanza con degli altissimi muri lisci. Attraverso quelle pareti trasparenti vedevo la mia camera. Anche le mie scarpe vicino al letto mi apparivano enormi. Ci avrei costruito un'ottima tana. La porta della camera era chiusa. All'improvviso sentii dei passi; era il mio fratellino che, dopo essere entrato, mi vide:
- Una lucertola, com'è piccola! - esclamò.
Avrei voluto dirgli di andare via, ma non mi poteva sentire. Per fortuna la mamma lo chiamò e lui uscì lasciando la porta aperta. Avevo molta fame. Come potevo uscire da quella prigione? Provai ad arrampicarmi, ma le mie zampette scivolavano sul vetro. Mio fratello trovò un ciuffo d'erba e me lo portò. Ma non sapeva che le lucertole mangiano insetti e non erba?
Però mi venne un' idea. Cercai di fare un mucchietto con quei fili d'erba. Mi sentivo molto impacciata. Ci salii sopra, così riuscii finalmente ad aggrapparmi al bordo della scatola e ad uscire. Mi lasciai cadere sulla sedia e poi per terra. Sul calorifero c'era un grosso ragno. Avevo talmente fame che mi lasciai andare al mio istinto. Gli saltai addosso e me lo mangiai. Che schifo! Avevo mangiato un ragno vivo! Però, a ben pensarci, non era niente male. Adesso mi sentivo meglio.
La porta era aperta; per mia fortuna potevo uscire. Ma non sapevo cosa mi aspettava fuori. Uscii a passettini restando vicino al battiscopa per non farmi vedere. Ad un tratto mi si presentò davanti un gatto siamese con il pelo corto. Troppo tardi per scappare, mi aveva visto. Mi feci coraggio e gli saltai sulla schiena. Lui cominciò a miagolare come una sirena. Io ne approfittai per fuggire verso le scale. Poi passai sotto il tavolo dove i miei, preoccupati, mangiavano. Riuscii ad arrampicarmi su una sedia impagliata e con un balzo a buttarmi fuori dalla finestra. Caddi sull'erba fresca. In cielo splendeva già la luna. Attorno a me c'erano altre lucertole. Erano i miei fratellini e la mia mamma. Andammo nella tana a mangiare una mosca tutti insieme. Dopo il pasto sentii una voce che mi chiamava. Stavo per tornare umana.
Uscii dalla tana e tornai grande. Ero io e non mi mancava niente. Mentre tornavo a casa pensavo alla lezione che avrei dato al gatto.
Di sicuro non catturerò più lucertole!

Ultima modifica: 08 giugno 1999