Avevo
catturato una piccolissima lucertola e l'avevo
messa in un contenitore di vetro. La bestiola
aveva due occhioni scuri e le zampette fini; la
punta della codina era quasi nera. Il cuoricino
le batteva forte forte. Era davvero carina, ma
adesso dovevo liberarla. Mi avvicinai per
osservarla meglio. I suoi occhi continuavano a
fissarmi magnetici.
Improvvisamente vidi una fortissima luce e mi
trovai dentro la scatola! E per di più ero
diventata la lucertolina! Era tutto enorme
attorno a me. La scatola era come una stanza con
degli altissimi muri lisci. Attraverso quelle
pareti trasparenti vedevo la mia camera. Anche le
mie scarpe vicino al letto mi apparivano enormi.
Ci avrei costruito un'ottima tana. La porta della
camera era chiusa. All'improvviso sentii dei
passi; era il mio fratellino che, dopo essere
entrato, mi vide:
- Una lucertola, com'è piccola! - esclamò.
Avrei voluto dirgli di andare via, ma non mi
poteva sentire. Per fortuna la mamma lo chiamò e
lui uscì lasciando la porta aperta. Avevo molta
fame. Come potevo uscire da quella prigione?
Provai ad arrampicarmi, ma le mie zampette
scivolavano sul vetro. Mio fratello trovò un
ciuffo d'erba e me lo portò. Ma non sapeva che
le lucertole mangiano insetti e non erba?
Però mi venne un' idea. Cercai di fare un
mucchietto con quei fili d'erba. Mi sentivo molto
impacciata. Ci salii sopra, così riuscii
finalmente ad aggrapparmi al bordo della scatola
e ad uscire. Mi lasciai cadere sulla sedia e poi
per terra. Sul calorifero c'era un grosso ragno.
Avevo talmente fame che mi lasciai andare al mio
istinto. Gli saltai addosso e me lo mangiai. Che
schifo! Avevo mangiato un ragno vivo! Però, a
ben pensarci, non era niente male. Adesso mi
sentivo meglio.
La porta era aperta; per mia fortuna potevo
uscire. Ma non sapevo cosa mi aspettava fuori.
Uscii a passettini restando vicino al battiscopa
per non farmi vedere. Ad un tratto mi si
presentò davanti un gatto siamese con il pelo
corto. Troppo tardi per scappare, mi aveva visto.
Mi feci coraggio e gli saltai sulla schiena. Lui
cominciò a miagolare come una sirena. Io ne
approfittai per fuggire verso le scale. Poi
passai sotto il tavolo dove i miei, preoccupati,
mangiavano. Riuscii ad arrampicarmi su una sedia
impagliata e con un balzo a buttarmi fuori dalla
finestra. Caddi sull'erba fresca. In cielo
splendeva già la luna. Attorno a me c'erano
altre lucertole. Erano i miei fratellini e la mia
mamma. Andammo nella tana a mangiare una mosca
tutti insieme. Dopo il pasto sentii una voce che
mi chiamava. Stavo per tornare umana.
Uscii dalla tana e tornai grande. Ero io e non mi
mancava niente. Mentre tornavo a casa pensavo
alla lezione che avrei dato al gatto.
Di sicuro non catturerò più lucertole!
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