Lugano 19
settembre 13 dicembre
Edvard Munch (1863-1944), la retrospettiva.
Un'occasione
da non perdere, si è più volte detto.
Il liceo Scientifico Donegani non l'ha persa.
Numerose classi (professori inclusi) in
pellegrinaggio a Lugano, per visitare
una mostra esemplare della produzione artistica
del maestro norvegese.
Al museo d'Arte Moderna di Lugano presenti, di
fatto, 110 opere fondamentali dell'artista
(dipinti e lavori grafici), provenienti da
numerosi musei e collezioni private di tutto il
mondo: Madonna, Malinconia,
La danza della vita, Angoscia, Pubertà,
Vampiro...
Il grido, opere ormai diventate - quest'ultima in
particolare - icone della condizione esistenziale
di tutta un'epoca.
I sentimenti fuoriescono dalle
tele con una forte carica espressiva, e
raggiungono con immediatezza chiunque, non solo
l'osservatore più esperto e documentato.
Angoscia, tensione esistenziale, inquietudine,
...
Si è travolti dalla tragicità delle situazioni,
dagli sguardi allucinati, dall'uso espressionista
del colore, dal senso di morte che spesso incombe
nell'atmosfera... si sente quel male di vivere
che ha sempre accompagnato la vita dell'artista.
Una vita senz'altro tormentata, segnata da
episodi di morte e follia (la perdita della
madre, della sorella, del fratello, le crisi di
pazzia del padre), una vita che si rispecchia in
ogni episodio nella sua produzione pittorica e
grafica.
La documentazione, offertaci dalla mostra, è
pressoché completa: dal periodo giovanile al
neoimpressionismo parigino, dal simbolismo al
vero e proprio anticipo dell'espressionismo
novecentesco della maturità.
I dipinti ci raccontano la cruda e
cupa tragedia interiore di tutta un'esistenza, e
si è introdotti senza volerlo nel mondo di
paesaggi deformati dai moti d'animo dell'artista,
popolato da uomini - zombie e da visioni
allucinate.
Riflessioni profonde, forse. Emozioni forti,
senza dubbio.
Comunque, all'unanimità, da non perdere.
Confermiamo.
Edvard
Munch: tra genio e follia
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