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Ambiente


Una chiesetta da riscoprire

Bienno: la città fucina

San Bartolomeo adottata dalla Scuola Media "Torelli"

Una chiesetta da riscoprire

Gruppo

red.: Scuola Media "Torelli"


Adotta un monumento” è un progetto promosso dalla Fondation Pegase e dalla Regione Lombardia, a cui la “Torelli” ha aderito occupandosi di San Bartolomeo di Mossini, in condizioni di grave degrado, nella speranza di salvare questa importante testimonianza del nostro passato.

Per giungere alla chiesetta si può percorrere la mulattiera che ha inizio nella contrada Baiacca. Il vecchio sentiero usato anticamente per raggiungere le frazioni continua con una salita che attraversa una delle contrade più antiche di Sondrio. In località Campoledro si percorre la provinciale per un breve tratto, fino ad una scaletta sulla destra che porta al punto di sosta davanti alla chiesetta. Da quassù il panorama è fantastico. Per tornare in città si può imboccare il sentiero segnalato: costeggiando alcuni campi coltivati si giunge in località Maioni dove s'incontra un sentiero in terra battuta che conduce, prima in piano, poi con ripidi tornanti, in località Gombaro. Si tratta quindi di un percorso ad "anello" che consigliamo come passeggiata.
La presenza di ritrovamenti di epoca preistorica rende poi il luogo particolarmente interessante per la ricostruzione della storia più antica della nostra valle. Sul dosso di San Bartolomeo sono state infatti ritrovate numerose coppelle ed un'ampia marmitta glaciale. Dai documenti custoditi nell'archivio parrocchiale di Sondrio si può datare la fondazione della chiesa al 1413, fabbricata a spese degli abitanti di Maione su un terreno della famiglia Lavezari. La chiesa subì un ampliamento significativo nel 1600. Il portale, ora chiuso da un'inferriata cementata nel muro, è protetto da un tetto a due falde su cui si apre una piccola finestra leggermente strombata.
Nella parete nord si apre una porta, ora murata, mentre sulla parete sud, a strapiombo sul dosso roccioso, una piccola finestra rettangolare.
Il campanile è costituito da una cella campanaria che presenta quattro aperture e un tetto a piramide, ciascuna delle quali è ornata da un frontoncino. Caratteristico il fatto che il campanile sia incorporato nei muri e che coincida con lo spigolo delle pareti.
E' probabilmente ciò che rimane dell'antico edificio quattrocentesco.
Purtroppo l'interno è inagibile. È possibile osservarlo da una fessura presente nella parte inferiore del portone in legno.
La chiesa, a navata unica, chiusa da una piccola abside, con il soffitto a capriate, la facciata “a capanna”, è stata spogliata di tutti i suoi arredi.
L'altare, ornato da stucchi ottocenteschi, presenta un dipinto seicentesco lungamente attribuito a Pietro Ligari e raffigurante il martirio del Santo. La tela, sottratta da ignoti nel 1972 e poi recuperata, è in attesa di essere ricollocata al suo posto. Il piccolo altarolo del XV secolo è pervenuto al Museo Valtellinese di Storia e Arte alcuni anni orsono. Restaurato nel 1964 rappresenta, nelle due antine, i Santi Bartolomeo e Giovanni evangelista; nella cuspide si intravede Dio Padre e in quelle laterali l'Angelo Gabriele e la Vergine Annunziata. Al centro, in sostituzione della figura dipinta a tempera, troviamo una Madonna col Bambino su tela.
Secondo alcune testimonianze la festa di San Bartolomeo si svolgeva il 24 agosto ed era un'occasione per tutti di fare una piacevole passeggiata e per assistere alle funzioni religiose in onore del santo.
Il culto di San Bartolomeo è molto diffuso in Valtellina come risulta da alcuni detti popolari:

“A San Bartulamé muntagna bèla te lasi dedré” (Ponte)
“A san Bartulamée, la montagna la se varda indrée” (Regoledo)
“A san Bartolomé i montagni i sta per sé”
(Tirano)

Da questa attività abbiamo imparato a rispettare le opere d'arte e gli ambienti che ci circondano. Abbiamo purtroppo constatato che l'incuria e gli atti di vandalismo hanno forse irrimediabilmente compromesso uno dei luoghi più suggestivi di Sondrio. Molti interventi sarebbero necessari, ci limitiamo ad elencare quelli che ci sembrano più urgenti: Ripristino dell'illuminazione notturna, realizzazione di un cartello turistico con alcune notizie sulla chiesa, cura e mantenimento del prato che circonda la chiesa, interventi di pulizia e restauro interni ed esterni, ristrutturazione con il conseguente reinserimento dell'altarolo nella chiesa, e creazione di uno spazio attrezzato per le visite turistiche. Certo, per alcuni interventi occorrono consistenti finanziamenti, allora perché non sponsorizzare, da parte di aziende o banche locali tali lavori? Ne deriverebbero vantaggi non solo per i valtellinesi, ma anche per i numerosi turisti che potrebbero accostarsi alla storia della nostra valle con una testimonianza in più.

F. Della Maddalena
S. Leonardi
S. Manzocchi
Mevio A. Negri
A. Petrella
A. Sala
L. Tesciat

Ultima modifica: 28 marzo 1999