Nel mondo esistono
diverse tracce dell'uomo preistorico, ma non
tutti sanno dei numerosissimi ritrovamenti anche
qui in Valtellina e in Val Camonica.
Recentemente, grazie all'opportunità di una
visita d'istruzione a Capo di Ponte ci è stato
possibile accedere direttamente ai graffiti
presenti nella valle bresciana. Durante una
rapida e salutare passeggiata tra i boschi di
faggio, abbiamo notato una ricostruzione di una
tipica capanna di stile etrusco, posta su
palafitta con le estremità protette da un paio
di corna scacciaguai: infatti si credeva che
queste proteggessero contro le potenze malefiche.
Giunti nella spianata, la nostra esperta guida
Glauco ci ha illustrato in modo dettagliato e
approfondito le varie incisioni sulle rocce
levigate dall'ultima glaciazione.
E così segni per noi insignificanti hanno preso
vita diventando oranti, danze
propiziatorie per la fertilità della terra, riti
magici per l'iniziazione, tecniche di caccia
collettiva.
Ci ha fatto sorridere la figura
di una donna supermaggiorata, anzi
esagerata per le sue abbondanti forme
che, a quanto ci è stato detto, rappresentava il
simbolo della fertilità.
C'erano poi vere scene di combattimento con
figure stilizzate o solo simboliche come quella
dell'addomesticamento degli animali presentato
con tanti animali maschi a coda ritta e una sola
femmina a coda bassa.
Ma quello che ci ha maggiormente incuriosito è
stato scoprire che la datazione delle diverse
incisioni subiva variazioni di ben 4000 anni. Era
come se nel corso dei secoli tanti popoli si
fossero dato convegno proprio in questo luogo per
tracciare le testimonianze della loro civiltà.
La più accreditata teoria è che la Val
Camonica, proprio per la sua particolare
conformazione geografica e geologica sia una
sorta di archivio archeologico, un libro aperto
su cui molti popoli hanno lasciato tracce
indelebili delle loro preghiere,
della loro vita sociale, dei loro riti magici,
diventando una specie di santuario della
religiosità universale.
Qui i Celti hanno rappresentato lo stereotipo del
sole con un grande disco chiaro bucato nel mezzo,
perché fissando il disco solare lo sguardo era
subito trafitto da un raggio accecante.
I Fenici hanno inciso scene della vita
ultraterrena nel loro misterioso alfabeto.
Gli Etruschi hanno ideogrammato la loro
caratteristica capanna, mentre i Camuni hanno
impresso nella roccia la loro rosa,
ritenuta erroneamente il simbolo della regione
Lombardia perché quella raffigurazione è stata
spesso rinvenuta anche in Scozia e in Normandia.
Ultima tappa del nostro prezioso itinerario è
stato il Museo Archeologico di Nadro dove abbiamo
potuto ammirare dei manufatti archeologici
incredibili: steli, una collana fatta di denti e
ossa animali, punte scheggiate di frecce di
ossidiana e bulini in selce per la
martellinatura.
Un'avventura straordinaria nel passato. E
senza bisogno della macchina del tempo!
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