Il primo mensile degli studenti della provincia di Sondrio distribuito anche in rete

 
La Redazione Il Sommario Lettere al giornale

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Ambiente


Italians Graffiti

Eutanasia di un girino

Scoperta sensazionale

Italians Graffiti

Luca Rudes - Michel Negrini

red.: Scuola Media "Piazzi"


Nel mondo esistono diverse tracce dell'uomo preistorico, ma non tutti sanno dei numerosissimi ritrovamenti anche qui in Valtellina e in Val Camonica.
Recentemente, grazie all'opportunità di una visita d'istruzione a Capo di Ponte ci è stato possibile accedere direttamente ai graffiti presenti nella valle bresciana. Durante una rapida e salutare passeggiata tra i boschi di faggio, abbiamo notato una ricostruzione di una tipica capanna di stile etrusco, posta su palafitta con le estremità protette da un paio di corna scacciaguai: infatti si credeva che queste proteggessero contro le potenze malefiche. Giunti nella spianata, la nostra esperta guida Glauco ci ha illustrato in modo dettagliato e approfondito le varie incisioni sulle rocce levigate dall'ultima glaciazione.
E così segni per noi insignificanti hanno preso vita diventando “oranti”, danze propiziatorie per la fertilità della terra, riti magici per l'iniziazione, tecniche di caccia collettiva.

Ci ha fatto sorridere la figura di una donna supermaggiorata, anzi “esagerata” per le sue abbondanti forme che, a quanto ci è stato detto, rappresentava il simbolo della fertilità.
C'erano poi vere scene di combattimento con figure stilizzate o solo simboliche come quella dell'addomesticamento degli animali presentato con tanti animali maschi a coda ritta e una sola femmina a coda bassa.
Ma quello che ci ha maggiormente incuriosito è stato scoprire che la datazione delle diverse incisioni subiva variazioni di ben 4000 anni. Era come se nel corso dei secoli tanti popoli si fossero dato convegno proprio in questo luogo per tracciare le testimonianze della loro civiltà.

La più accreditata teoria è che la Val Camonica, proprio per la sua particolare conformazione geografica e geologica sia una sorta di archivio archeologico, un libro aperto su cui molti popoli hanno lasciato tracce indelebili delle loro “preghiere”, della loro vita sociale, dei loro riti magici, diventando una specie di santuario della religiosità universale.
Qui i Celti hanno rappresentato lo stereotipo del sole con un grande disco chiaro bucato nel mezzo, perché fissando il disco solare lo sguardo era subito trafitto da un raggio accecante.
I Fenici hanno inciso scene della vita ultraterrena nel loro misterioso alfabeto.
Gli Etruschi hanno ideogrammato la loro caratteristica capanna, mentre i Camuni hanno impresso nella roccia la loro “rosa”, ritenuta erroneamente il simbolo della regione Lombardia perché quella raffigurazione è stata spesso rinvenuta anche in Scozia e in Normandia.

Ultima tappa del nostro prezioso itinerario è stato il Museo Archeologico di Nadro dove abbiamo potuto ammirare dei manufatti archeologici incredibili: steli, una collana fatta di denti e ossa animali, punte scheggiate di frecce di ossidiana e bulini in selce per la martellinatura.

Un'avventura straordinaria nel passato. E senza bisogno della macchina del tempo!


Ultima modifica: 25 febbraio 1999