Il primo mensile degli studenti della provincia di Sondrio distribuito anche in rete

La Redazione Il Sommario Lettere al giornale

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Società

Folle corsa incontro al tempo

... eppur si muore!

Il rifiuto della vita, la sfida alla morte

Sonia Gianatti - Marica Buglio

red.: Istituto Magistrale "Perpenti"


Chiedersi quanti sono i drogati non serve a nulla: non servirebbe neppure se a tale domanda fosse possibile dare una risposta. Da sempre l'uomo davanti alle difficoltà della vita, ha sentito il bisogno di estraniarsi in un mondo artificiale in cui poter dimenticare gli affanni quotidiani e sfuggire alle paure, alle angosce della vita.

È proprio a causa di ciò che i giovani per curiosità, per non essere da meno a chi ne fa già uso, spinti da una vita che delude e soprattutto per evadere dalle proprie responsabilità, si affidano alla droga credendo di risolvere i propri problemi senza rendersi conto che questi col tempo aumentano.
Non vogliamo prendere in considerazione le cosiddette "droghe leggere" bensì un problema più grande che sembra essere molto lontano dai giovani, ma che in realtà è più vicino di quanto pensiamo: l'eroina. Infatti al giorno d'oggi diversi ragazzi non si limitano a farsi le "canne", ma cercano lo sballo in una o più righe di "bonza" senza parlare del caso più drastico di "spararsela" in vena.
Può essere vero che le prime volte che si assume tale sostanza i problemi sembrino risolversi, il mondo diviene improvvisamente roseo , spariscono i rancori verso gli altri, ma non ci si rende conto di quanto sia difficile o quasi impossibile uscirne.
Per dimostrare tale considerazione riportiamo una testimonianza di un ragazzo che ha cominciato per gioco senza però vincere la partita: "Le prime volte è come un orgasmo. Poi sempre meno. Finché capisci che sei fregato. Pensi di avere in mano il volante tu, invece è lei che guida. Immagina il lutto più tremendo della tua vita, moltiplica il dolore per mille e saprai cosa vuol dire farsi di eroina".
Assumendo eroina si assiste ad un cambiamento totale della persona, non solo fisico, dimagrimento, pallore, tic nervosi, inappetenza, sonnolenza e apatia durante il giorno, insonnia durante la notte, ma soprattutto psichico e morale. Distrugge emozioni, sentimenti e in cambio regala tanta falsità. Le bugie dei drogati sono normali meccanismi di difesa che trasformano la realtà ai nostri occhi per renderla più accettabile, meno dolorosa. L'eroina li potenzia: permette di autoingannarsi in modo esasperato, senza limiti. Le menzogne che il tossicodipendente dice agli altri sono la diretta conseguenza di quelle che racconta a se stesso. Una delle tante differenze che intercorrono tra gli eroinomani e le persone comuni è che le loro azioni, il loro pensiero, i loro impulsi non sono più comandati dal cervello, ma dalla loro compagna di avventure di nome eroina. "Io smetto quando voglio": questa è la loro classica battuta, ma in realtà, e loro lo sanno bene, non è così; una volta conosciuta, non la si dimentica tanto facilmente. Neppure se si è realmente convinti di volerne uscire. Senza l'aiuto di persone competenti, è impossibile farlo.
La "becca" è un'evasione non da un carcere bensì dalla propria mediocrità. E' una fuga di fronte al nemico, una diserzione dinanzi ai propri ideali: è questo che i giovani devono capire, non che la droga fa male, non che di droga si muore.
Che "consigli" dunque dare a chi non si rende conto che la propria vita è appesa ad un filo che piano piano si sta spezzando? Siete ancora in tempo, mollate il colpo prima che sia realmente troppo tardi.
Contro il male del mondo si reagisce lottando, non fuggendo.


Ultima modifica: 25 febbraio 1999