Da una decina
d'anni a questa parte ci sono molti
ragazzi che rinunciano a svolgere il
servizio militare e scelgono di prestare
la loro opera come obiettore di
coscienza. Molti dicono che sia un
rifugio per non affrontare la
"naja"; pensiamo che questa sia
un'opinione superficiale perché, grazie
all'intervista che abbiamo realizzato con
un ragazzo obiettore, abbiamo capito che
il servizio civile ha una sua utilità
sociale e risulta formativo per i giovani
che lo svolgono. A Sondrio e provincia
ci sono diversi luoghi dove operano gli
obiettori: il CSE e il CRH dove si presta
aiuto ai disabili; la COOPERATIVA VERDE
all'interno della quale viene accolta
gente che in seguito ad esperienze
traumatiche ha difficoltà di
reintegrazione nella collettività;
l'UNIONE CIECHI dove gli obiettori hanno
il ruolo di accompagnatori delle persone
non vedenti.
Questi "operatori sociali"
possono anche svolgere la loro attività
a domicilio presso anziani disabili o ex
tossicodipendenti che hanno bisogno di un
aiuto morale e materiale. Le persone che
vengono aiutate da questi ragazzi
traggono beneficio sentendosi sicuramente
meno isolate dalla società.
"Quando non stai bene hai la
possibilità di confidarti, di parlare,
di comunicare con questi ragazzi che sono
disponibili e sanno ascoltare e,
possibilmente, ti danno anche dei
consigli e ti confortano"
queste sono le parole di un ragazzo che
frequenta il centro Coop. Verde che
testimoniano l'utilità e il ruolo che
gli obiettori di coscienza hanno, e che
potranno avere in modo anche più
consistente in futuro, se si riconoscerà
la validità e la reale portata che ha
questo servizio sostitutivo.
"Ritengo che sia un'esperienza
positiva che ti permette di venire a
conoscenza e a contatto con mondi diversi
e che prima erano lontani dai miei
pensieri; per questo motivo sono
soddisfatto della mia scelta che mi ha
consentito di crescere e di arricchire il
mio mondo interiore. Il nostro servizio
consiste nella pulizia del reparto
prelievi dell' A.S.L. , poi abbiamo del
tempo a disposizione che mettiamo al
servizio degli utenti per parlare dei
loro problemi".
In questo modo Alessandro Bernabei
descrive la sua esperienza di obiettore
di coscienza.
"E' la prima volta che qui
abbiamo un obiettore di coscienza e
quando finirà il suo servizio spero che
sarà subito rimpiazzato. Ci sono ragazzi
che hanno dei problemi ed hanno bisogno
di parlare con qualcuno; l'Ale è
riuscito ad avere un rapporto di amicizia
con loro e loro con lui."
Con queste parole un'impiegata del centro
esprime la sua approvazione su questo
servizio ed è una riprova, se mai ce ne
fosse bisogno, che la patria non ha
soltanto bisogno di difendersi con le
armi, ma anche con l'amore
|