Il primo mensile degli studenti della provincia di Sondrio distribuito anche in rete

La Redazione Il Sommario Lettere al giornale

.

Scuola

Morte di uno sciopero

Daniele Lufino
Anna Martinelli

red.: Liceo Classico
Liceo Linguistico


Voi, che vi dichiarate sostenitori di un diritto comune, ma che durante gli scioperi vi nascondete al calduccio dei vostri letti o magari sotto gli occhi di tutti affondate i vostri rancori di studenti vittime in una cioccolata al bar,
Voi uccidete lo sciopero.

Voi, che nonostante siate d'accordo con i motivi di protesta, osservate inerti il passaggio di un corteo, dalle finestre di una scuola che cade a pezzi, forse per paura del giudizio negativo dei professori, oppure perché non credete nell'utilità dello sciopero, che è poi l'unico mezzo per farci sentire e forse per cambiare qualcosa,
Voi, uccidete lo sciopero.

E voi, professori, politici, giornalisti e chiunque altro ci cataloghi come pecore strumentalizzate che seguono a testa bassa una bandiera rossa, gialla o verde,
Voi, uccidete lo sciopero.

Perché questa forma di protesta, non è altro che il diritto di manifestare le proprie idee, di qualunque credo esse siano.
Lo sciopero, è fatto, da chi sa che effettivamente qualcosa di sbagliato c'è, e crede di poterla cambiare, non perché è mosso da fini politici, almeno non tutti.
Chi manifesta le proprie idee politiche all'interno dello sciopero c'è, e ha pieno diritto di farlo; perché lo sciopero è democratico, ma non è giusto che si generalizzi di continuo, noi scioperiamo perché vogliamo una scuola democratica, che assicuri una buona e completa istruzione e che sia accessibile a tutti, punto.
Molte volte invece, le nostre proteste non vengono prese in considerazione proprio perché non c'è unità di spirito tra gli studenti. Attenzione, non vogliamo obbligare a manifestare con noi chi non crede nei motivi dello sciopero, ma vogliamo unire tutti gli studenti affinché queste proteste concludano effettivamente qualcosa e non siano considerate soltanto una malriuscita imitazione del '68.
Non uccidiamo il diritto di manifestare pubblicamente le nostre idee. Non uccidiamo l'unico mezzo che ci permette di farci sentire.

Non uccidiamo lo sciopero.



Ultima modifica: 25 febbraio 1999