Anna Martinelli
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red.: Liceo Linguistico
"L. Perpenti"
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Dimentichiamoci per un
attimo l'Italia ed i suoi problemi, abbandoniamo
le nostre famiglie e chiudiamo i libri di scuola.
Immaginiamoci adesso di andare ad affrontare ed a
vivere problemi di un altro paese, di aprire
libri scritti in un'altra lingua, di imparare a
conoscere e ad amare una famiglia completamente
diversa dalla nostra
per un anno!
O.k. ,siamo partiti, siamo soli, dietro di noi il
dolce ricordo della stabilità quotidiana,
davanti a noi l'emozionante incertezza della
novità.
Stiamo piangendo con la consapevolezza che per un
anno le persone, i luoghi e gli oggetti che ci
hanno circondato per una vita, scompariranno.
Mille domande e preoccupazioni assillano il
nostro cervello, tramortendolo.
Non ci rendiamo conto di nulla fino al momento in
cui siamo realmente in mezzo a quella gente, fra
quelle quattro mura, in quella terra che per 365
sarà la nostra patria, casa e famiglia
Ed
in quel preciso istante penseremo Ma
cosa sto facendo?.
Non vi dirò come continua la storia perché non
sarebbe più la nostra, ma la mia:
personale, dunque unica, diversa da tutte le
altre.
Non voglio vendere a nessuno l'illusione di un
anno facile e perfetto, perché partire non è
sinonimo di evasione dai propri problemi, anzi,
significa affrontarne di nuovi: ed in questo
consiste l'unicità dell'esperienza, proprio nel
vivere queste
complicate
situazioni straniere.
Per questo non vi descriverò l'importanza e la
bellezza che quest'anno all'estero ha
rappresentato per me, perché esse assumono
significati diversi, a secondo di come una
persona è, agisce, pensa e si comporta.
Nessuno sa o può dire cosa troverà, come sarà,
come si comporterà; ma tutti noi che siamo
partiti sappiamo come quest'anno sia stato unico
ed irripetibile. Tutti noi sappiamo che se
potessimo ritornare indietro, lo rifaremmo ancora
sicuramente.
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