Basta
avere tra le mani uno degli annuari che la
F.I.P.A.V. (Federazione Italiana Pallavolo) della
nostra provincia ha pubblicato in questi ultimi
anni per rendersi conto dell'entità dei
cambiamenti che stanno avvenendo nella realtà
della pallavolo valtellinese.
Le società crescono di anno in anno; propaganda
e miglioramento sono le parole d'ordine, c'è
volontà di affermarsi ed espandersi, sempre più
richiamo e coinvolgimento, e poi naturalmente
competenza, aggiornamento, ambizione, rivalità:
la ricetta giusta per promuovere la passione per
lo sport all'insegna dei tempi e delle esigenze
di tutti.
Sempre maggiore è il numero delle squadre che
brillano in un contesto regionale o nazionale,
andando a scontrarsi e a prevalere su altre nate
probabilmente su campi molto diversi dai nostri,
sicuramente sulla carta agevolati, vuoi per
attrezzature a disposizione, vuoi per contributi
economici, vuoi per obiettivi e livelli
agonistici differenti, vuoi per enormi vivai.
Inutile dire che guardare a questi prestigiosi
risultati non basta: la voglia di giocare in
Valtellina c'è ed è concreta.
Lo si vede dal numero delle squadre accorse per
il campionato di Prima Divisione
femminile, ben 12, dalla presenza di tornei che
abbracciano tutte le età e le categorie, dalla
continua promozione di nuove palestre e spazi per
il gioco, ma soprattutto, e va sottolineato,
dalla sempre maggiore partecipazione di ragazzini
e ragazzine di 8, 9, 10 anni che, appassionati da
uno sport che, si sa, educa e diverte, hanno la
possibilità di confrontarsi sul campo sin dagli
esordi, grazie a Mini e Superminivolley.
Il segreto credo stia proprio in questo: creare
occasioni e dare spazio ai più giovani che, con
la loro vitalità, la grinta, le fatiche,
l'impegno, le soddisfazioni e magari anche
qualche pianto di delusione, alimentano e fanno
crescere la nostra pallavolo.
La
pallavolo in Valtellina
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