E'
questo l'appello lanciato dal presidente della
sede provinciale del CONI Augusto Porra che, nel
corso di un'intervista al nostro giornale,
evidenzia una disastrosa situazione finanziaria
del Comitato Olimpico Nazionale.
Signor Augusto, Sondrio, a
testimonianza della sua grande importanza, è
attualmente la sede provinciale del Coni. Quali
sono i compiti di quest'organizzazione?
Il compito principale è
quello di portare avanti lo sport di base,
con i ragazzi che non hanno una società
sportiva cui affidarsi. Inoltre, in base al
Protocollo d'intesa con il Ministero della
Pubblica Istruzione, svolgiamo con il
Provveditorato agli studi le attività dei
Campionati Sportivi Studenteschi.
Ci sono giovani atleti
valtellinesi che, secondo lei, potranno in futuro
regalare grandi soddisfazioni allo sport
italiano?
Sì, soprattutto a livello
sciistico abbiamo alcuni giovani molto
interessanti, come Matteo Berbenni, che
parteciperà ai campionati europei e spero
riuscirà ad entrare anche in coppa del
mondo.
Nel calcio, nonostante la Valtellina sia
penalizzata per la sua posizione, abbiamo
quattro o cinque atleti che giocano in vivai
prestigiosi come quelli del Milan, del Monza
e dell'Atalanta.
Qual è l'attuale situazione
finanziaria del CONI?
Il CONI è attualmente in una
disastrosa situazione finanziaria. Il 1977 si
era concluso con 700 milioni di utile, mentre
quest' anno, per pagare le tredicesime al
personale del CONI, composto da circa 3000
persone, per la crisi del totocalcio e per la
vicenda doping, si è dovuto fare un mutuo
che ha comportato un disavanzo di circa 100
miliardi.
A proposito di doping, crede
che siano state prese le adeguate contromisure
per arginare un caso che rischia di danneggiare
l'immagine dello sport italiano?
Si, è stata commissariata la
federazione italiana medici sportivi, che a
mio parere è stata la principale
responsabile per aver disatteso le norme del
CIO e del CONI, è stato nominato un nuovo
segretario, e si sta' cercando di costituire
a livello nazionale un centro anti-doping che
sappia svolgere i propri compiti.
Per concludere, quando
secondo lei potremo rivedere una città italiana
sede delle Olimpiadi?
E' molto difficile che ciò
accada poiché il fatto sportivo non è più
subordinato alle capacità organizzative di
un determinato paese ma è diventato un
mercato in cui chi è più bravo a comprare i
voti vince.
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