Arte
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Salvate il soldato Ryan
Cecilia Moltoni
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red: Liceo Classico
"Piazzi"
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A quale genere
ascrivere questo film?
Molti avrebbero prospettato un'appartenenza al filone
bellico, ma no, e poi ancora no! Non è vero!
Perché Salvate il soldato Ryan è uno
splendido film sulla pace! Tutto parla sottilmente di
fratellanza, di esacrazione della guerra.
Ma andiamo con ordine, dal rassicurante,
seppur ventoso iniziale c'è adesso, un
prologo che proietta lo spettatore nel più angoscioso e
inaudito dei c'era una volta.
Il flash back è veramente scioccante con una sequenza
fiume da documentario puro. La ricostruzione storica
dello sbarco in Normandia è stata eseguita con cura
maniacale: sullo schermo passano particolari
agghiaccianti, immagini crude, raccapriccianti, la
tragicità del tutto, l'ostentazione del macabro, che
inchiodano lo spettatore che non ne è infastidito, ma
avvinto, conquistato. Eppure il primo vero dialogo della
pellicola è accolto con sollievo.
La vicenda si snoda attorno alla necessità di salvare il
giovane soldato Ryan unico sopravvissuto alla guerra tra
4 fratelli. Il dubbio che serpeggia e rode i partecipanti
alla missione di salvataggio è questo: è giusto
sacrificare la vita di tanti uomini per quella di uno
solo?
Tutto sembra risolto dalla logica illuminazione del
valoroso capitano della spedizione che ritiene la loro
missione l'unica veramente umana in tanta
efferata ferocia, in grado di restituire dignità a una
sporca carneficina che si consuma sulle loro teste.
Ottimo l'intero cast per personaggi che nell'ultima parte
diventano meno ideali facendosi più credibili.
Oggi, per eliminare un personaggio scomodo, si scatenano
vere ecatombi dimenticando che le bombe non sono poi
così intelligenti se si macchiano del sangue di tanti
innocenti , sia pure in nome di un fine più o meno
recondito. Allora sarebbe opportuno aggiungere un
perentorio punto esclamativo al titolo:
"Salvate il soldato Ryan!"
Ma salvatelo davvero!
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