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Shakespeare tra ieri e oggi

Sara Giacomelli

red.:Liceo Classico "Piazzi"


Frizzante e vivace, proprio secondo lo stile del Teatro Elisabettiano, abilmente interpretato da William Shakespeare e rappresentato, per le scuole superiori, dalla compagnia "I fratelli Miraglia".
Battute schiette e veloci cambi di scena sono riusciti ad incollare gli sguardi e a catturare per ben due ore l'attenzione di tutti i giovani spettatori, coinvolti dalla sarcastica ironia dei gesti e delle parole dei personaggi.
Due intrecci abilmente allacciati: un prologo, che ha per oggetto il battibecco fra un calderaio ubriaco (Christopher Sly) e un'ostessa; la rappresentazione (nella rappresentazione) vera e propria, in cui i personaggi diventano (per la seconda volta) attori, per dare vita ad una compagnia di comici, pronti a rallegrare un facoltoso lord, o meglio, un Christopher Sly burlato e illuso, che, ubriaco, crede di essere un ricco e raffinato gentiluomo.

Da rilevare è poi l'attenzione con cui "I fratelli Miraglia" hanno descritto i vari personaggi:
Caterina e Bianca, figlie di Baptista, ricco gentiluomo di Padova, l'una l'esatto opposto dell'altra (la prima scortese, maleducata e, addirittura, insopportabile, la seconda, gentile ed silenziosa );
Petruccio, benestante di Verona, intenzionato a sposare Caterina;
Vincenzo, accompagnato dal maestro Lucenzio, pronto ad affrontare qualsiasi ostacolo, pur di sposare Bianca.

L'attenzione si focalizza, quindi, sull'atteggiamento di Petruccio e Caterina, che, dopo il matrimonio, cambia bruscamente: il marito usa cortesia e affabilità per attirare a sé la giovane, ma, una volta ottenuta la sua mano, lascia uscire la prepotenza e l'astuzia con cui intende "domarla";
Caterina (la bisbetica), che, da ragazza indisponente e scortese, una volta convertita, diventa totalmente sottomessa al marito, tanto da affermare, nel monologo del V atto: "la sottomissione che un suddito deve al suo principe, una donna la deve al proprio marito".
Parole chiare e molto significative, se collocate nel contesto seicentesco in cui Shakeapeare è inserito e di cui il grande commediografo si fa interprete, descrivendo nelle sue opere vari aspetti della vita del XVII secolo, in questo caso, la tradizione misogina.
Ciò che colpisce è la semplicità dei gesti e l'irruenza veramente singolare delle battute, che, nell'intrecciarsi di movimenti e parole, portano lo spettatore ad immedesimarsi nei personaggi, parteggiando per l'uno o per l'altro, per Petruccio o per Caterina.
Ma quanto è attuale, allora, la Bisbetica Domata? Vi siete accorti che, scrutando i volti e seguendo i gesti dei personaggi, era praticamente impossibile trattenere commenti, battute e risate? Obiettivo raggiunto!
Shakespeare non intendeva solo fare divertire la gente ( per quello sarebbe bastato un buffone o un giullare!), ma anche portare davanti agli occhi una realtà esistente e "non fittizia", suscitando reazioni e commenti.

La Bisbetica Domata è molto più attuale di quanto si possa immaginare e se non ne siete ancora convinti, correte a vederla!

Ultima modifica: 28 marzo 1999