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La Redazione Il Sommario Lettere al giornale

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Cultura

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Quando la vita genera la morte

Se la storia è maestra di vita

Viaggio in un quadro

Un'avventura drammatica

Il libro d'oro

La laguna blu dei delfini

Tormento e vergogna

Parole in libertà

Concorso Letterario

La Laguna Blu dei delfini

Claudia Arcelaschi - Tanya Trapletti

red.: Scuola Media "E. Vanoni" Ardenno


Zac era un bambino di circa 12 anni, di statura medio piccola, i capelli erano corti e crespi, color nero come il carbone, infatti, tutti lo chiamavano “Carboncino”. Aveva gli occhi azzurro-turchese come il mare d'estate quando vi si riflettono i caldi e lucenti raggi solari. Era un ragazzo vivace che vedeva dappertutto avventura e mistero…
Un giorno, durante i suoi soliti giri di esplorazione su un'isola dell'arcipelago delle Haway dov'era in vacanza, inciampò in una strana leva, ma non ebbe il tempo di scoprire altro perché la madre lo obbligò a rientrare subito a casa.
Il mattino seguente si alzò al sorgere dell'alba dominata dalla luce del sole tropicale che inondava con il suo tepore l'isola e il mare circostante. Tentò invano di ritrovare quello strano arnese, ma scorse sulla sabbia fine delle strane impronte. Ad una più attenta analisi concluse che appartenevano a quattro animali diversi: a un cerbiatto, a una gallina, a un gatto e a un uomo. Zac decise di seguire le orme inoltrandosi nella foresta di quell'isola ricca di altissime piante frondose e di liane che pendevano senza vita al suolo.
Ad un tratto terminarono nelle vicinanze di una limpida pozza d'acqua dai riflessi turchesi. Strano che in quelle acque così limpide non ci fossero pesci.
Zac improvvisamente scivolò sulla superficie argillosa e per non finire nel laghetto si aggrappò ad una liana. Come per magia, dall'acqua affiorò una costruzione simile a un enorme fungo porcino. Carboncino aprì con cautela una finestra socchiusa. All'interno non c'erano mobili, ma enormi contenitori in cui ribollivano e fumavano strane pozioni magiche contenute in provette e alambicchi collegati a serpentine trasparenti. Zac fu colpito da una strana sostanza informe che fluttuava nell'aria cambiando colore, mimetizzandosi con l'ambiente. Poi il suo sguardo si pose su di un foglio gelatinoso appeso alla parete con parole incomprensibili.
Osservando con più attenzione si accorse che il testo, scritto al contrario, era la formula chimica della gelatina voltante che permeava la stanza. Con decisione prese un barattolo dalla sua sacca e vi imprigionò la soluzione fluttuante. Raccolse anche il foglio viscido poi s'incamminò.
Dopo un po' sentì una strana voce da dietro a un cespuglio. Con timore spostò le fronde e vide un essere indescrivibile dalle sembianze di un'enorme formica che aveva una zampa di cerbiatto, una di gallina, una di gatto e una d'uomo. Era lui il mostro, l'essere dalle impronte misteriose della spiaggia! Aveva un'enorme testa sormontata da due grandi occhi gialli e penetranti e sul capo due grandi antenne fosforescenti. Il suo corpo era di un orribile colore verde marcio ed emanava una puzza insopportabile.
Il ragazzo era inorridito, ma con una rapida mossa superò l'orribile mostro e iniziò a correre come una lepre rincorsa da una volpe. Seminato l'essere repellente, prese fiato, ma un'altra orrenda visione l'attendeva: uno scheletro di delfino ai suoi piedi. Allora raggiunse la Laguna Blu, accostandosi alle acque di quel luogo meraviglioso ed ecco affiorare un branco di bianchi delfini a cui il ragazzo intendeva offrire la sostanza gelatinosa contenuta in un'ampolla di vetro, ma il mostro lo prevenne facendolo cadere in acqua con la pozione che andò a depositarsi sul fondale sabbioso, poi scappò, fiero di essersi liberato del ragazzo e della magica pozione che avrebbe guarito i delfini dalla malattia mortale che li affliggeva da tempo.
Ma qualcosa andò storto nei suoi piani perché un delfino riportò a galla l'ampolla fino a Zac che subito versò la gelatina in acqua preda sicura di tutti i delfini. Zac si trovò così circondato dai suoi amici dai quali non si sarebbe mai più separato per il resto della sua vita.

Ultima modifica: 11 maggio 1999