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La Redazione Il Sommario Lettere al giornale

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Cultura

Cultura

Quando la vita genera la morte

Se la storia è maestra di vita

Viaggio in un quadro

Un'avventura drammatica

Il libro d'oro

La laguna blu dei delfini

Tormento e vergogna

Parole in libertà

Concorso Letterario

Viaggio in un quadro

S. Azzolina - C. Guerra - G. Mozzi
A. Runci - G. Spinello - F. Vicari

red.: Scuola Elementare "Racchetti"


In un paese lontano lontano lontano … tutti gli abitanti erano tristi perché non conoscevano altri suoni all'infuori delle parole.
Le persone non facevano altro che parlare, palare, parlare …
E parlavano in modo noioso, senza intonazione, creando cantilene continue: BLA, BLA, BLA,-BLA, BLA, BLA.
Per la verità, non esistevano neppure le immagini, né i colori: niente quadri, niente foto, neppure un disegno.
Tutto era grigio, nero, bianco.
Non c'era il sole giallo, non c'era il cielo blu, non c'erano i prati verdi, non c'era il mare azzurro, né i variopinti fiori.

Un giorno alcuni bambini stavano giocando nella piazza del paese, quando videro arrivare in fondo al viale uno strano personaggio. Portava un gran cappello di paglia, indossava una larga maglietta con disegnato un paesaggio tutto colorato. Sulle spalle portava a fatica un enorme borsone. Il suo volto era sereno e bonario, gli occhi gioiosi, il sorriso era dolcissimo. Camminando, fischiettava melodiosamente.
I bambini gli si fecero intorno, mentre dal suo borsone estraeva dei bellissimi quadri e li sistemava in bella mostra sui cavalletti.
Il primo quadro rappresentava un villaggio costituito da piccole casette bianche con giardini ricchi di palme rigogliose e sullo sfondo un immenso deserto: era un angolo del Marocco.
Nel secondo quadro spiccava l'immagine di una grande torre, simbolo della città di Parigi, in Francia.
Nell'ultimo quadro si poteva ammirare una veduta di Venezia, con i suoi canali e le sue famose gondole.

Lucia, Monica, Valentina, tre bambine molto curiose, attirate dai colori, piano, piano, si avvicinarono ai quadri, fino a sfiorarli…
Una forza misteriosa le attirava sempre più, finché … piombarono nei quadri.

Lucia si ritrovò in un posto sconosciuto e confusa si guardò in giro. In lontananza si udivano fragili suoni trasportati dal vento. La bambina, spaesata, li seguì.
Si ritrovò nel bel mezzo di una festa, che si svolgeva nella piazza del paese: era Agadir, in Marocco.
Il ritmo della festa la coinvolse a tal punto che si ritrovò a cantare e danzare pure lei. Cantò e danzò per tutta la notte. Man mano che il tempo passava i suoi passi erano sempre più sciolti, finché diventò brava come gli altri ballerini. Ad un tratto, mentre danzava, si accorse che stava canticchiando in quella lingua tanto strana: in breve tempo aveva imparato tutte le canzoni. Ormai stanca, si sedette su una panchina della piazza e si addormentò.
All'alba improvvisamente la forza misteriosa la risucchiò …

Monica finì su una morbida poltrona di un teatro di Parigi.
Per l'inaugurazione della stagione teatrale il proprietario aveva invitato dei gruppi folcloristici. Sul palco si esibivano i ballerini e i cantanti, mentre l'orchestra suonava.
Ad un tratto un ragazzo la invitò a salire sul palco. Monica conosceva il francese perciò capì e accettò. Impaurita ed emozionata, si ritirò in un angolo ad osservare.
Il suo nuovo amico la prese per mano, la trascinò verso il centro del palco e le mostrò i passi da fare. Dapprima era impacciata, ma pian piano imparò a seguire il ritmo e ci … prese gusto! Danzò tutta la serata e imparò nuovi canti. Allo scoccare della mezzanotte, mentre felice raccoglieva gli applausi, fu risucchiata dalla forza.

Valentina piombò nel bel mezzo del carnevale di Venezia. Piazza S. Marco era colma di maschere, di coriandoli, di stelle filanti, di musiche, di canti, di balli … La bambina gironzolò per un po', attirata dai colori e dai suoni, poi si avvicinò a un gruppo di ragazzi con i costumi delle regioni d'Italia.
Il gruppo "giovani Siciliani" eseguiva un ballo ritmato dal suono dei tamburelli e molto coinvolgente: era una frizzante tarantella.
Valentina, stupita, si unì ai ragazzi e incominciò a danzare in mezzo ai costumi variopinti. La gente, che passava nei dintorni, fu attirata da quello spettacolo: incuriosiva soprattutto quella bimbetta che si muoveva come una professionista. I componenti del gruppo si disposero in cerchio intorno a lei, lasciandola al centro. I presenti cominciarono a tenere il ritmo battendo le mani: l'entusiasmo aumentava sempre più.
Alla fine del ballo scoppiò un fragoroso applauso e Valentina fu portata in trionfo. Tutta la piazza era in festa, la bambina, saltellando, si spostava da tutte le parti e osservava e imparava altri canti e altre danze … finché, improvvisamente, la forza misteriosa la portò via.

Volando, volando in un turbine di colori, la forza riportò le bambine nel loro paese.
CHE MERAVIGLIA! Nel cielo azzurro splendeva il sole giallo, i prati erano verdi e pieni di colorati fiori. Nelle case il grigio e il nero si tramutarono in rosa, giallo, rosso, verde, blu … Le tre amiche, tenendosi per mano, percorsero ballando e cantando tutte le vie del paese.
Man mano che passavano, la gente si univa a loro e le seguiva. Tutti erano allegri, cantavano con voci squillanti e si muovevano al ritmo della musica che magicamente proveniva dal borsone del pittore. La festa durò a lungo con gioia di grandi e piccini.
Al tramontar del sole, il pittore raccolse tutta la sua mercanzia, si caricò il borsone sulle spalle e si avviò. Arrivato in fondo alla via si girò, fece un gran sorriso, salutò con la mano e disse:
- Vi saluto, amici cari, vado in un altro paese a portare l'allegria. Tenete con cura i doni che avete trovato, non buttateli al vento ma coltivateli come preziosi fiori.

Ultima modifica: 02 maggio 1999