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Scuola

Una voce dal "Piazzi"

Accorpamento o dimensionamento?

Marcello Bosisio

red: Liceo Classico "Piazzi"


Il termine “accorpamento” richiama una dimensione soprattutto fisica, unire due corpi distinti in uno solo, non rendendo bene il nocciolo della questione. Infatti la preoccupazione di molti, e la mia personale, non deriva tanto dal fatto che il Liceo “Piazzi” verrà spostato, quanto dal fatto che verrà quasi abolito.
A garantire l'autonomia e la diversità di un istituto infatti non è il possesso di una sede distinta dalle altre, ma di propri organi collegiali e direttivi, ovvero presidenza, segreteria, consiglio e rappresentanti di istituto, con tutto ciò che in essi viene discusso e deciso non solo a livello di indirizzi formativi ma anche di bilancio, orientamento, promozione di immagine e iniziative extracurricolari.

A qualificare la vita di una scuola e a diversificarne l'ambiente sono soprattutto questi organi, che il Piazzi perderebbe nel progetto di accorpamento ipotizzato. Come infatti è noto nascerebbe un Liceo con un indirizzo classico ed uno scientifico ma che manterrebbe l'attuale presidenza e segreteria del “Donegani”, che avrebbe un unico consiglio di istituto e organi collegiali comuni. Con la formula del Liceo unico dal punto di vista formale si vorrebbe far nascere una scuola nuova, ma che sul piano sostanziale manterrebbe la struttura portante del “Donegani” alla quale “aggiungere” le classi del Piazzi.
Sottolineo che il nuovo indirizzo scientifico avrebbe comunque quasi il doppio degli iscritti rispetto a quello classico, e quindi un “peso” e un'influenza ben diversi tanto a livello di destinazione di risorse quanto a quello della rappresentanza negli organi collegiali. Il che non mi sembra una grande garanzia di reale parità fra i due indirizzi. E' inevitabile che chi si troverà a gestire i due indirizzi, pur con tutta la buona fede possibile, dovrà compiere delle scelte nell'uno o nell'altro senso e ciò comporterà differenti livelli di qualità e risorse.
Penso ad alcune delle iniziative che in questi anni hanno qualificato l'attività del “Piazzi”, come la gita in Grecia, lo scambio col College di Maarseen, Ulisse, l'accesso ad Internet, la Biblioteca, tutte intraprese con l'intento di promuovere la nostra scuola e rese possibili non solo dall'indipendenza finanziaria, ma anche dal consenso unanime col quale sono state decise a livello direttivo, unanimità che difficilmente potrà ripetersi.
Queste preoccupazioni si sommano alle difficoltà logistiche che inevitabilmente sorgeranno, basti pensare alla lontananza del Donegani rispetto alla stazione ferroviaria e a quella degli autobus. Dopo molte campagne elettorali amministrative in cui si è rinnovato l'impegno ad accentrare gli istituti al Campus e a costruire il famoso “Centro polifunzionale”, proprio ora che tale progetto sembra definitivamente approvato si spostano due istituti (il “Piazzi” ed il linguistico) in tutt'altra zona. Sarebbe forse stato più opportuno spostare il Donegani al Campus.
L'ultimo elemento che vorrei sottolineare è che il ”Piazzi” è unico in provincia ma come tale non si ritiene né superiore agli altri ne privilegiato ma solamente ciò che è, appunto unico. Una disposizione amministrativa prevede che gli istituti unici possono restare autonomi se superano una quota di trecento iscritti, quota che il “Piazzi” non raggiunge di appena una ventina di unità.
Mi chiedo se non sia possibile applicare la normativa con un po' di elasticità, concedendoci almeno due- tre anni, e qualche buona campagna di orientamento, per raggiungere i trecento iscritti. Non credo sarebbe l'unico caso in Italia di una normativa applicata con un po' di ritardo.

Una voce dal "Donegani"

Ultima modifica: 02 maggio 1999