Il primo mensile italiano interamente redatto da studenti e distribuito anche su rete

La Redazione Il Sommario Lettere al giornale

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Scuola

Dal “Diario di un ultramaggiorenne

Il gusto di assaporare
le cose senza fretta

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red: Università della Terza Età


La parola “impressioni” richiama la tecnica del flash, piccole immagini scolpite nella memoria lunga ormai sei anni di corso. Sono stato tra i primi iscritti, per curiosità, innanzi tutto; perché si sente, si legge, spesso, l'importanza per l'anziano di mantenere attiva la mente e la capacità di apprendimento ma insieme, si raccomanda, bisogna rifuggire la naturale tendenza a chiudersi in se stesi, a ritenere il proprio bagaglio di esperienze e di nostalgie unico e incondivisibile. Due cose in apparente contrasto, arricchire il proprio bagaglio culturale e non isolarsi: mi sembrava che l'UNITRE potesse conciliarle con naturalezza, evitandomi letture solitarie e, forse, la pigrizia della TV.
…e poi quel nome così autorevole ed altisonante all'orecchio della mia generazione, chiamata a sacrificare le passioni culturali in nome di un necessitato sapere pragmatico. … nonostante l'atteggiamento canzonatorio di mia figlia - “Ma l'UNITRE dove l'hai fatta? … ma il Rettore, allora, quanti anni ha?”.

Avevo sottovalutato un aspetto meno freddo e razionale, un po' magico, che ha sopravanzato gli altri, rivelandosi una piacevole ed inaspettata sorpresa: mi riferisco al coinvolgimento, alla partecipazione attiva, al vivere il corso di studi al di là dell'orario di lezioni. Tanti piccoli flashes: la sfida alla memoria, in fondo, non poi così arrugginita, ai ricordi sfuocati di scuola. Mi sono scoperto ripetere la lezione mentre facevo la barba, catalogare le cassette per argomento, regolatori, anni accademici!
Fermare per strada una compagna di corso per chiedere com'è andata la lezione che, a malincuore, avevo perso - Vestirmi ogni volta per tempo, con cura - Prendere appunti su di un piccolo notes da tenere in tasca… ed ed estrarre quando scatta la sfida – Sentire le cassette con il walkman, passeggiando – Seguire i consigli medici, cambiare tipo di alimentazione -
Imparare ad apprezzare misconosciute bellezze artistiche della Valtellina.
La stessa atmosfera di partecipazione, credo, abbia coinvolto gli altri iscritti ai corsi, sempre numerosi alle lezioni, e gli stessi docenti, chiari, competenti ed, insieme, vitali, energici, “giovani di spirito” come gli alunni.
Un altro flash: le mie lezioni predilette sono state quelle che hanno riguardato l'analisi della “Divina Commedia”, affascinato dall'armonia ed, insieme, versatilità del contenuto. Ne ho preso spunto per cercare alcuni versi che si potessero adattare alla corsa, il mio sport preferito: una sorta di percorso in compagnia di Dante (“…quanto avemo ad andar; che 'l poggio sale più che salir non posson li occhi miei" Purg. IV 86-87), ne è nato un articoletto che un giornale locale ha pubblicato con mia grande soddisfazione.
Numerosi sarebbero ancora i flashes impressi nella mente e nel cuore. Ancor più, mi auguro, quelli che riguarderanno le lezioni future come quella sulla “forza dell'ottimismo”…determinante, soprattutto nella terza età.
Mia figlia continua a non capire ed incalza con stupide domande: per lei frequentare l'università è stato lo sbocco naturale del liceo, un modo per lasciare Sondrio ed inventarsi una finta indipendenza; uno strumento per raggiungere un obiettivo, anzi, diversi obiettivi. A settant'anni non ci sono traguardi da raggiungere, c'è il tempo da trascorrere ed il gusto di assaporare le cose senza fretta, per il piacere del presente.

Uffa, mi chiede quanti “vecchietti” si addormentano alle lezioni…“nessuno ed alle tue?”… “forse qualcuno sì…”.

Ultima modifica: 11 maggio 1999