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La Redazione Il Sommario Lettere al giornale

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Scuola

Una voce dal "Donegani"

Accorpamento o dimensionamento?

Davide Del Fatto

red: Liceo Scientifico "Donegani"


Il piano provinciale di dimensionamento scolastico nasce dall' esigenza, a livello nazionale di una migliore gestione del capitale a disposizione della scuola. Credo che limitare gli sprechi non sia in sé una cattiva idea.
Cosa cambierà se i singoli istituti si uniscono fra loro? Esempi concreti ne abbiamo nella nostra provincia : l' istituto magistrale e il liceo linguistico; l'I.T.G. e l'I.T.C.. I geometri sono diventati ragionieri? Credo proprio di no. Le scuole manterranno la propria autonomia didattica, rinforzata dalla legislazione attualmente vigente, varata l'anno passato in Parlamentto.
Il dimensionamento scolastico potrebbe, così rappresentare una grande scommessa per realizzare la cultura dell'autonomia, visto che la semplice esistenza di una legge non ne garantisce la reale efficacia.

Il discorso diviene acceso, però, quando si parla di liceo scientifico e liceo classico, due scuole che secondo il piano sopracitato dovranno essere dimensionate. A quanto pare le ragioni secondo le quali questa unione non si potrebbe fare sono: la specificità e l'unicità del liceo G. Piazzi.
Non ho ben chiaro il senso profondo della rivendicazioni di una specificità culturale. Mi chiedo quale possa essere la specificità del liceo classico ed in particolare di quella legata ad un piano di studi umanistici i cui fondamenti sono rintracciabili in una formazione che appartiene più generalmente anche allo ''specifico'' del liceo scientifico. La nostra storia, la storia del pensiero, dell'arte, della letteratura italiana, riconoscono i medesimi paradigmi indoeuropei e vicino orientali; io non credo di avere una memoria storica e collettiva molto diversa da quella di uno studente del liceo G. Piazzi.
La differenza sostanziale consiste nel fatto che uno studente del classico ha la fortuna di conoscere lo stesso pensiero, gusto, storia, leggendolo direttamente dagli antichi. Ma si potrebbe escludere che da un punto di vista culturale, lo scanzio di competenza specifica (il mio potrebbe essere matematica o fisica), sia dannoso o solo snaturante della propria individualità, tutto ciò che rimanga al di fuori del confronto culturale aperto e, a mio avviso, è una forma di snobismo intellettuale.
L'altro punto sul quale molte persone hanno da ridire è l'unicità del classico nel territorio. Nessuno ha intenzione di eliminare il liceo classico dalla Valtellina, né la didattica del Piazzi cambierà. Il collegio dei docenti dello scientifico ha raffinato nel corso degli anni un modus operandi che rende leggittimamente autonomi i singoli consigli di classe nelle scelte didattiche, perseguendo l'idea di modulare la ricerca e lo studio sulle particolari situazioni. Perciò, come si può pensare che il Liceo Scientifico scavalcherebbe la didattica del Classico dato il contesto democratico, di cui anche noi studenti abbiamo sentore, in cui si svolge il confronto culturale?

A coloro che non vogliono il dimensionamento dei due licei vorrei dire infine che, a mio parere e riprendendo il dicorso iniziale, la capitalizzazione delle risorse economiche della scuola non può che essere positiva e soprattutto che non riguarda la pregnanza culturale dei singoli istituti. Anzi, tale aspetto potrebbe migliorare il servizio in tutti i campi, anche per quel che riguarda le iniziative extrascolastiche (conferenze, attività culturali, viaggi ... organizzati per esempio in rete).
A mio parere deve essere la volontà di fare cultura di alto livello ad ispirare la nuova situazione che si dovrà gestire dall'anno prossimo in poi e non tutte le altre questioni che, seppur importanti, non riguardano la cultura in senso stretto.

Una voce dal "Piazzi"

Ultima modifica: 02 maggio 1999