Scuola
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Il sistema
HACCP nel processo produttivo
dell'industria agro-alimentare
Alimenti sotto stretto
controllo
Cristina Credaro
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Fac. Economia e Comm
Univ. Bergamo
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Di fronte
alla difficile scelta di un argomento per la tesi
di laurea, avevo già in mente di approfondire
l'argomento della QUALITA', ma è stata
determinante la proposta del docente del corso di
Tecnologia dei Cicli Produttivi sull'integrità
degli alimenti, sia riguardo alle caratteristiche
organolettico-nutrizionali, sia in relazione alla
sicurezza igienica.
Sono partita con un unico riferimento: la
Circolare n.21/1995 del Ministero della Sanità,
tenendo conto dei grandi mutamenti avvenuti negli
ultimi decenni nel settore alimentare sempre più
industrializzato e volto ad un'alimentazione
extradomestica e alla ristorazione collettiva. Ne
consegue che, a fronte di processi meno
consolidati e tradizionali (testati nel corso di
decenni o secoli), diventi sempre più importante
una significativa e sistematica attività di
prevenzione. Inoltre, la realizzazione del
mercato unico europeo, senza barriere doganali e
normative, quindi di libero scambio, ha messo a
confronto realtà nazionali significativamente
diverse ed ha provocato la necessità di rendere
omogenei comportamenti e normative di
riferimento.
L'esigenza di un repentino cambiamento
è divenuta poi inevitabile quando si sono
verificati episodi tossinfettivi di rilevante
impatto sociale. La soluzione proposta è
semplice e fortemente innovativa: viene, infatti,
introdotto un nuovo approccio operativo, un
metodo di lavoro indicato con l'acronimo
H.A.C.C.P. (Hazard Analysis Critical Control
Point Analisi dei Rischi e dei Punti
Critici di Controllo), che individua un sistema
di controllo, attuato da parte del responsabile
dell'azienda alimentare (si parla infatti di
autocontrollo) volto all'individuazione,
valutazione e controllo dei rischi e dei pericoli
specifici (microbiologici, chimici e/o fisici) al
fine di garantire la sicurezza igienica e quindi
la commestibilità di un alimento.
Infatti, attraverso l'HACCP, è possibile
verificare il pericolo potenziale ed il rischio
ad esso connesso, associati ad una produzione
alimentare, mediante lo studio, metodico e
sistematico, di tutte le fasi della filiera
produttiva.
Sperimentato negli anni '50 in campo spaziale e
raccomandato da tempo all'estero, il metodo è
oggi oggetto di Direttive a livello europeo,
recepite come legge anche in Italia (D.L.vo
155/1997). Quest'ultima, stabilisce che gli
operatori del settore alimentare hanno l'obbligo
di riconoscere, nel processo produttivo, le fasi
critiche per la sicurezza igienico-sanitaria del
prodotto finito e di adottare e modificare le
procedure per garantire la sicurezza secondo i
principi dell'HACCP (art.3),
istruzioni operative igieniche ribadite anche
nell'art. 5.
In sostanza, l'alimentarista assume un ruolo
attivo descrivendo la propria procedura di lavoro
e tenendo monitorati i punti più
critici della sua attività tramite
la compilazione di apposite schede. C'è quindi
una maggiore responsabilità dell'imprenditore
verso la qualità igienico-sanitaria della
produzione, e lo spostamento a monte del
controllo, che diviene preventivo e
non più effettuato sul prodotto finito.
Un notevole passo avanti rispetto al metodo
ispettivo tradizionale, a carattere repressivo e
fonte, peraltro, di notevoli carenze, in quanto
si effettua un più razionale riconoscimento dei
pericoli microbiologici. L'autocontrollo, porta
con sè una serie di vantaggi, tra cui: la
sensibilizzazione ai problemi della qualità, il
miglioramento del rapporto fornitore/cliente,
l'ottimizzazione del rapporto qualità
richiesta/qualità fornita, una migliore
selettività dei controlli, con conseguente
maggiore efficienza ed efficacia.
C'è chi parla di vera e propria rivoluzione
culturale del settore agro-alimentare. Applicando
il metodo al caso pratico di un'azienda
alimentare della Valtellina, ho potuto effettuare
un'analisi costi - benefici e concludere il mio
lavoro sostenendo la tesi per la quale
l'applicazione diffusa di tale metodologia
rappresenta per il settore alimentare una grossa
occasione per compiere un significativo passo in
avanti, non solo nel senso più stretto
dell'igiene degli alimenti, ma anche, nel senso
d'iniziare ad applicare logiche
strategico/organizzative, ormai ampiamente
diffuse, la cui validità è indiscussa (es. ISO
9000).
Infatti, indipendentemente dal vincolo
legislativo, l'azienda diviene più competitiva
ed efficiente, riuscendo a razionalizzare risorse
e costi.
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