Il primo mensile italiano interamente redatto da studenti e distribuito anche su rete

La Redazione Il Sommario Lettere al giornale

.

Società

Schiavi dei giochi degli altri

Bambini a confronto

Negrini Nicholas

red.: Scuola media "P. Sigismund" Chiesa in Valmalenco


Negli scorsi mesi io e i miei compagni delle classi terze abbiamo partecipato a quattro incontri tenuti nella nostra scuola dall'Agenzia per la pace di Chiavenna che avevano l'obiettivo di farci conoscere i maggiori problemi dei paesi poveri ed in particolare la piaga del lavoro minorile.
Nel primo è stata focalizzata l'attenzione proprio sullo sfruttamento del lavoro infantile anche con l'aiuto di un filmato, nel quale venivano mostrati bambini-lavoratori in varie parti del mondo. In Egitto, per esempio, la videocassetta mostrava numerosi bambini sfruttati per raccogliere gelsomino destinato all'industria dei profumi. La raccolta avviene nelle prime ore dell'alba, quando i fiori sono freschi ed i bimbi sono portati nei campi quando ancora è notte. La loro è una condizione di semi-schiavitù. Sono gli stessi genitori che ammettono la dura necessità di far lavorare i propri figli: "porto mio figlio nelle piantagioni per guadagnare di più; quando io ho cominciato a lavorare mi pagavano meglio, ma ora c'è la concorrenza degli stessi bambini, pagati pochissimo e molto docili nei confronti dei lavoratori adulti”.
Le cause del lavoro infantile sono dunque da ricercare in un circolo vizioso, ma in definitiva il nocciolo della questione è l'estrema povertà delle famiglie che non solo non possono permettersi di mandare i figli a scuola, ma hanno bisogno dei loro magri guadagni per sopravvivere; in molti casi comunque la lontananza della scuola dai villaggi è così grande che i fanciulli devono rinunciare a frequentarla. Per risolvere quest'ultimo problema si stanno creando scuole itineranti, che si spostano cioè da un villaggio all'altro per istruire i ragazzi delle zone più dislocate.
Nel secondo incontro il Presidente Provinciale dell'UNICEF ci ha parlato della Convenzione Int.le sui Diritti dell'Infanzia, proclamata dall' ONU nel 1989 che si pone gli obiettivi di ridurre la mortalità infantile e materna, garantire l'acqua potabile e l'igiene, ridurre l'analfabetismo, proteggere i bambini in situazioni difficili (guerre, carestie …).
Anche noi abbiamo aperto gli occhi su una triste realtà, capendo che perfino da noi i diritti del bambino non sempre sono sempre rispettati. A mio parere un mondo perfetto non esiste oggi e non esisterà mai, ma più problemi si risolvono soprattutto nei confronti dei più deboli, più ci potremo avvicinare alla pace ed alla giustizia.
Il terzo incontro è stato aperto con un gioco di simulazione che ci ha fatto capire ciò che avviene nel commercio mondiale, e soprattutto le disparità ingiuste tra paesi ricchi (Nord del Mondo) e poveri (Sud del Mondo). Nel caso del nostro gioco si prendeva come esempio il commercio mondiale del caffè. Le multinazionali sfruttano i paesi produttori del Sud del Mondo comprando lì il prodotto a basso prezzo e rivendendolo ai paesi ricchi a prezzo infinitamente più alto. Il debito internazionale dei paesi poveri è enorme ed essi devono restituire i prestiti con interessi così alti, che i debiti sono ormai insolvibili e la ricchezza prodotta basta solo al pagamento degli interessi stessi.
Nell'ultimo incontro abbiamo cercato una soluzione ai problemi affrontati negli incontri precedenti. Oggi si sta diffondendo come possibile parziale soluzione il Commercio Equo e Solidale che fa guadagnare al contadino del Sud del Mondo il 26% sul prezzo finale del prodotto invece dell'attuale, misero 3%. Tale quota è sufficiente perché i contadini possano mantenersi in modo decoroso e non debbano ricorrere al lavoro dei bambini.
I problemi di cui ho parlato sono scottanti perché toccano buona parte della popolazione mondiale, e quindi si possono risolvere solo con l'impegno di tutti; un piccolo passo potrebbe proprio essere quello di preferire i prodotti del Commercio Equo e Solidale (venduti nelle Botteghe del Mondo che sono presenti anche in Provincia di Sondrio grazie al lavoro di volontariato di molte persone), rispetto agli altri. Infatti, questi prodotti garantiscono anche l'assoluta proibizione del lavoro minorile: un esempio che ci è stato portato è quello dei palloni da calcio, tagliati e cuciti in Pakistan da lavoratori adulti sufficientemente retribuiti (tutti sappiamo invece da chi venivano cuciti i palloni dei Mondiali di calcio in Francia, tanto reclamizzati…).

Ultima modifica: 02 maggio 1999