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La Redazione Il Sommario Lettere al giornale

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Società

In visita a Morbegno Nachang Rimpoché

Buddismo sul Piccolo Tibet

Emanuela Franzetti
Francesca Gusmeroli

red.: I.T.C. "De Simoni"


Il Tibet, pur essendo un Paese trascurato e conosciuto solo in modo superficiale, racchiude in sé una cultura unica, molto particolare nel suo genere che però rischia di scomparire a causa dell'egoismo dell'uomo. E' con l'invasione cinese del 1959 che la situazione di questo Paese viene conosciuta in tutto il Mondo grazie anche al contributo di Sua Santità Tenzin Gyatzo, XVI Dalai Lama premio Nobel per la Pace.
Per sostenere la causa tibetana sono sorte varie associazioni che si sono poste il compito di promuovere un'attività di ricerca e studio della cultura del Tibet: il “Centro Studi Avventure nel Mondo” o il “Centro Sangye Cioe Ling” coordinato dal Dott. Luciano Villa che ci ha illustrato gli obiettivi di queste associazioni e soprattutto quali sono le linee fondamentali della cultura del Tibet.

Il “Centro” è un'associazione culturale senza scopo di lucro che vuole studiare e approfondire la conoscenza dei popoli dell'India e dell'Himalaya, per incontrare nel vivo una civiltà e calarsi nel cuore di una cultura essenzialmente di pace, con una tradizione filosofico-culturale portata alla ricerca dalla propria spiritualità nel rispetto universale di qualsiasi forma di vita. La ricerca spirituale punta a trovare se stessi per correggere i difetti della mente, un modo per rendersi conto che la causa dei problemi che oggi affliggono il mondo è da ricercarsi nell'uomo e che ognuno di noi può fare qualcosa per migliorare questa situazione nella quale viviamo. La Sig. Graziella Romania sostiene che “la fede nasce spontaneamente dopo la conoscenza, con la consapevolezza (rendendosi conto di dove si è tramite la meditazione)”.
Per approfondire questi concetti nell'ambito dell'associazione locale nel 1998 sono stati proposti vari incontri con qualificati maestri come Acharya Norbu Shastri dell'Un. di Varanasi, Ghesce Ciampa Gyatzo dell'Ist. Lama di Pomaia, Ghesce Lodoe Gyatzo dell'Un. Monastica di Sera, Nachang Rimpochè e Ghesce Tenzin Dhargye del “Private Office” del Dalai Lama, che con la loro esperienza personale di fede hanno cercato di sensibilizzare gli ascoltatori verso i temi principali della loro religione.
Uno degli argomenti più dibattuti è il rapporto con il mondo occidentale, punto toccato anche da Sua Santità Tenzin Gyatzo in uno stralcio del discorso tenuto in occasione della celebrazione del millennio del monastero di Taboo, nell'Himachal Pradesh. Per quanto riguarda gli interessi culturali degli occidentali verso la cultura orientale, ha ribadito: “Sono molti gli occidentali che si avvicinano al buddismo cercando di coglierne i suoi aspetti meditativi, non tanto per fede, ma per convincimento, una fede insomma basata sul ragionamento”.
Ci sembra doveroso a questo punto ricordare l'“Appello per il Tibet”, un discorso di solidarietà verso il popolo tibetano oppresso, simbolo di molti popoli in difficoltà e la possibilità di adozione a distanza (anche tramite i monaci), ma soprattutto il bisogno di continuare a favorire queste attività perché tutti possono fare qualcosa per chi ha bisogno e si trova in situazioni davvero critiche.

Ultima modifica: 11 maggio 1999