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La Redazione Il Sommario Lettere al giornale

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Società

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Caro Presidente fai finire la guerra

Classe II B

red.: Scuola Media di Teglio


Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Onorevole Massimo D'Alema
Palazzo Chigi – Roma

Egregio Presidente del Consiglio, ci piacerebbe chiamarla “Caro Presidente” perché nella nostra classe Lei è simpatico a tutti (tranne a Sara, una nostra cara compagna di classe), sappiamo bene, però, che con il Pres. del Consiglio bisogna essere formali, perciò rinunciamo al simpatico “Caro” e optiamo per l'”Egregio”.
Dunque, Egregio Presidente, La disturbiamo in questo momento, in cui riteniamo sia impegnatissimo, per un problema che ci sta molto a cuore che diventa sempre più drammatico. Lei avrà già capito: anche noi intendiamo alzare la nostra protesta contro la guerra.
Fino a qualche giorno fa credevamo che dovessero essere solo i noiosisssimi libri di storia a raccontare le guerre e che esse fossero una realtà del passato. Purtroppo da qualche tempo ci stiamo rendendo conto che la guerra può essere un fatto concreto e spaventoso. Noi abbiamo solo 12 anni e, per quanto ci sforziamo, ci risulta difficile capire i motivi per cui le forse della NATO hanno scatenato una guerra contro la Serbia.
Ma la guerra può generare solo morte e tutti hanno il diritto di vivere, in qualsiasi modo la pensino. Riteniamo ingiusto e crudele che tanti bambini siano costretti ad esperienze così terribili. Quando la televisione ci trasmette le immagini dei bombardamenti su Belgrado, ci viene la pelle d'oca e non riusciamo a credere che la gente possa “giocare alla guerra” fino al punto di recarsi a vedere gli aerei che dalle nostre basi decollano per andare a seminare morte.
A scuola i grandi ci insegnano ad amare la pace; la nostra insegnante di Lettere ci parla spesso della Costituzione scritta dal popolo italiano versando il proprio sangue in un'ennesima guerra. Allora, ci spieghi, Signor Presidente, è possibile trasgredire la Costituzione? Non le sembra un prezzo veramente troppo alto? Forse lei non leggerà questa lettera; noi comunque speriamo che quando essa si mescolerà a tutti quegli importantissimi documenti che ogni giorno trova sulla sua scrivania, la guerra sia solo un ricordo.
Ci perdoni se nel salutarLa abbandoniamo il formale e ci congediamo con un affettuoso “caramente”.
Lei ci è molto simpatico, caro Presidente.

Ultima modifica: 02 maggio 1999