Società
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Un ex membro
del Consiglio Giovani sprona i ragazzi a
darsi da fare
Il Consiglio Giovani si
rinnova
Claudio
Frizziero
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Fac. Informatica
Università di Bari
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La prima volta che sentii parlare
del Consiglio Comunale dei Giovani risale oramai
a 3 anni fa, quand'ero in oratorio e qualcuno mi
disse che si stava preparando una lista da
presentare. In breve mi informai, e l'iniziativa
mi piacque molto.
Avevo 18 anni e non avevo mai preso un impegno di
questo tipo, al massimo avevo fatto il
rappresentante di classe, ma non ci pensai molto:
l'idea di poter vivere la mia città attivamente,
di poter contribuire a cambiare le cose fugarono
in breve i timori che avevo. E non solo a me: il
giorno delle elezioni sulla scheda elettorale si
contavano ben 86 candidati: un numero molto alto
di adesioni ad un'iniziativa importante, in
quanto rivolta ai giovani per dar loro spazio in
una realtà vissuta con un certo disagio. E
altrettanto alto fu il numero di ragazzi che
votarono: ben 3327 tra studenti e lavoratori su
5700 aventi diritto quel 1° giugno 1996 si
espressero ed elessero 21 loro rappresentanti,
dichiarando di fatto la nascita ufficiale del
Consiglio Comunale dei Giovani, il primo in
Italia per modi e costituzione.
Questo
fu per noi un motivo di vanto, ma solo per i
primi tempi: ben presto capimmo che ci avremmo
ben volentieri rinunciato in cambio di un
Consiglio Comunale dei Giovani già rodato.
Se insediarsi dopo le elezioni non è
un'operazione semplice nemmeno per coloro che
sono in politica da anni, figurarsi per dei
ragazzi alla loro prima esperienza dar vita ad un
organo dal nulla. Non avevamo infatti niente in
mano: non uno statuto, non un regolamento;
ricoprivamo un incarico del genere per la prima
volta e anche l'amministrazione che si era fatta
promotrice dell'iniziativa ci poteva venire in
aiuto fino ad un certo punto perché era una
novità per tutti e inoltre gli uffici non
sapevano come regolarsi nei nostri confronti.
Nonostante le difficoltà riuscimmo in breve ad
organizzarci al nostro interno e a divenire così
operativi. Delle iniziative promosse dal primo
Consiglio Comunale dei Giovani posso ricordare:
l'invio di aiuti alla Versilia disastrata
dall'alluvione, il Cineforum, il concerto con
Frankie NRG e quello con gli ASMA, l'opuscolo sul
lavoro allegato ad un settimanale locale, il
sondaggio sul fumo nelle scuole superiori, il
ciclo di conferenze in collaborazione con il CRAS
sul linguaggio e la comunicazione. E poi in poco
più di un anno, grazie all'intenso lavoro della
commissione competente, avevamo uno nostro
statuto e regolamento, un lavoro questo che può
sembrare a prima vista secondario ma che in
realtà è una base indispensabile per il
funzionamento del Consiglio Comunale dei Giovani,
per questo ma soprattutto per quello nuovo che
verrà eletto l'8 maggio.
Da quel 1° giugno ad adesso sono passati quasi
tre anni, e ora mi ritrovo nel Consiglio Comunale
dei grandi. Se guardo indietro non
posso fare a meno di dare una valutazione
positiva all'avventura del Consiglio Comunale dei
Giovani. Con tutte le difficoltà che ci siamo
trovati ad affrontare siamo riusciti a portare
avanti delle iniziative importanti, ma
soprattutto a mettere le basi per far si che i
nuovi consiglieri possano lavorare a pieno
regime. Non tanto perché si troveranno una
struttura già organizzata, ma soprattutto
perché avranno a disposizione la nostra
esperienza. Non dico che abbiamo spianato la
strada, ma una mulattiera per lo meno c'è.
Inoltre è stato un'ottima palestra, tant'è che
7 di noi si sono sentiti pronti per la
candidatura alle comunali dell'ottobre scorso.
Per concludere vorrei invitare tutti coloro che
sono interessati alla cosa di non pensarci troppo
e candidarsi: è un'esperienza che mi sento di
consigliarvi. Se l'idea di mettervi in gioco per
costruire una Sondrio più vicina a noi vi piace,
e se siete armati di buona volontà non ve ne
pentirete.
Il prossimo Consiglio Comunale dei Giovani ha
tutte le carte in regola per poter far meglio,
ora tocca a voi.
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