Società
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Un ex membro
del consiglio Giovani sprona i ragazzi a
darsi da fare
Gita a Caldenno
Elisa Decensi
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red.: Scuola Media
di Berbenno
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Oggi è stata veramente
una giornata bellissima, a cominciare dal
mattino, quando, apro gli occhi e scorgo dei
leggeri e lucidi raggi di sole che penetrano
dalla persiana della finestra della camera in cui
dormiamo io e la mia amica Chiara.
In estate, il sole si leva presto, ma già
appaiono sul terreno sterrato le ombre offuscate
di alberi, fiori e cespugli, il cielo è quasi
sempre limpido ed è come se una donna fosse
passata a spolverarlo da nuvole grigie con un
detersivo efficace
molto efficace!
Nell'aria si diffondono voci, grida, schiamazzi
delle donne su per giù anziane, che si ritrovano
al lavatoio per lavare i panni, ma anche per
spettegolare: in montagna succede quasi sempre
così. Odo da lontano un cane abbaiare, un
battere continuo, poi penso tra me e me che sono
felice perché questi suoni mi tornano familiari
e sono in montagna. Sento la voce di Chiara che
mi invita a scendere per la colazione: un po'
intontita indosso un paio di pantaloncini corti e
una maglietta colorata e scendo al piano
sottostante per la colazione: già seduta al
tavolo mi attende Chiara, con un sorriso stampato
sul volto e due occhi brillanti, quasi come il
sole che si riflette sul mare all'ora del
tramonto.
Mentre facciamo colazione mi propone una gita in
alta montagna, a Caldenno, con i suoi genitori
nella baita di suo cugino: le rispondo con un
acuto sorriso e un netto Va bene.
Nell'attesa, decidiamo di svolgere alcuni
compiti, ma non riesco a concentrarmi. Allora
vado con lei alla fontana, a pochi metri di
distanza dalla casa, ma siamo impazienti di
partire, allora rincasiamo per preparare la
sacca: pane e nutella per la merenda, the alla
pesca, cappelli da sole, occhiali, calzettoni e
crema contro l'irritazione solare.
Ora siamo pronte a partire e saliamo nei posti
dietro un veicolo a tre ruote: la strada è
sterrata, sassosa, con ampie curve. Mi diverto
molto a evitare mille rami che penzolano dagli
alberi freschi, nuovi, rinverditi, ma è quasi
impossibile. Avrò preso 10 o 15 colpi sul capo:
che male! Dopo un'ora e più siamo arrivate alla
meta: ampi prati verdi, qualche baita in sasso e
qualche raro fiore che riesce a sopportare
l'aspro clima montanaro: l'aria è gelida e il
vento mi passa tra i capelli: sono felice.
Chiara mi conduce alla baita per depositare gli
zaini. Indosso calzettoni, scarpe da tennis,
cappello da sole e mi munisco di un bastone da
esploratore: intorno mi pare tutto uguale: erba
sopra, erba sotto, ma poi, esaminando meglio,
scorgo un bellissimo prato diverso dagli altri
costellato di occhi di Madonna, fiori
bellissimi; ne colgo un mazzetto e quando decido
di cogliere l'ultimo fiorellino, i miei occhi
cadono sul panorama: incantato! Vedo centinaia di
piccole case, le acque del fiume Adda che
splendono come cosparse d'oro, minuscole
formichine che si muovono come chiocciole su
foglie verde di lattuga, alte e tenebrose
montagne che svettano nel cielo lindo e vaste
vallate ricoperte di pascoli di bovini che
intonano un'amara melodia alle orecchie con i
loro campanacci.
Dopo tutto questo, i miei occhi
rincasano nelle loro orbite e le mie
orecchie percepiscono un richiamo che avverte
l'ora del pranzo: quest'ultimo è ottimo, tipico
valtellinese a base di polenta taragna, salsicce
suine, formaggio, pane fresco e insalata verde e
al centro tavola the alla pesca, acqua minerale e
vino. Dopo, giochiamo con delle racchette e delle
palline, ma il gioco non è gradito, ci
dedichiamo alle carte, ma sembrano troppo
impegnative. Allora andiamo nei dintorni alla
ricerca di mirtilli, ma veniamo attirate da un
piccolo torrente che finisce con una pozza
d'acqua. Sostiamo qui un poco, parliamo, e
lanciamo dei piccoli sassi, poi siamo
rimproverate da un signore canuto e allora
scappiamo alla baita.
E' l'ora di scendere e, stanche, ma sosddisfatte
dei bei momenti, saliamo sul veicolo. Ho dato
un'ultima occhiata a quel luogo ed è come se
tutti i fiori si fossero innalzati e mi avessero
detto: Torna presto!.
Durante il viaggio di ritorno, sento Chiara che
continua a parlarmi, non so di cosa, sorrido, e
so che in quel momento la mia mente è rimasta
lassù, chissà forse posata su un fiore azzurro!
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